Intelligenza artificiale

Può l’IA sostituire l’uomo?

L’intelligenza artificiale (IA) può svolgere molte attività che una volta erano riservate solo alle persone, ma non può sostituire completamente l’uomo. L’IA è molto efficace per eseguire compiti specifici, come riconoscere le immagini, riconoscere la voce e analizzare i dati, ma non possiede la capacità di comprendere il contesto o la complessità delle relazioni umane come lo fa un essere umano.

In alcuni casi, l’IA può rendere le attività umane più efficienti e accurate, ma ci saranno sempre compiti che richiedono la creatività, l’empatia e la flessibilità mentale degli esseri umani. Inoltre, l’IA non ha la capacità di avere valori morali e etici e decisioni appropriate dipende dall’input data, sofisticatezza dell’algoritmo e design del sistema.

E’ quindi importante utilizzare l’IA come uno strumento per supportare e potenziare le attività umane, piuttosto che sostituirle completamente. In molti campi come la medicina, la finanza e la giustizia, l’IA può essere utilizzata per aiutare gli esperti a prendere decisioni più informate, ma è importante che gli esseri umani continuino a esercitare il controllo e la responsabilità finale delle decisioni.”

Le frasi che avete appena letto non sono opera dell’autore il cui profilo è visibile qui sotto, ma sono state scritte da un bot di intelligenza artificiale. Più precisamente dal nuovo “Chat GPT” realizzato dallo sviluppatore OpenAI.

Il testo risponde ad una sola domanda da noi posta: “Può l’intelligenza artificiale sostituire l’uomo?”

Siamo nel 2023 e i possibili futuri che eravamo abituati a vedere in “A.I. Intelligenza artificiale” (2001), “L’uomo bicentenario” (1999) o nel più recente “Lei” (2013) sono ormai arrivati. È inutile girarci intorno, oggi esistono software che possono sostituire l’uomo non solo nelle mansioni più ripetitive o pericolose, ma anche in quelle che prevedono l’utilizzo di conoscenze specifiche e di intelletto. Il testo qui sopra ne è la prova.

Ora, senza scadere nella solita immagine di un futuro (o presente?) dominato da androidi con coscienza che si ribellano all’essere umano padrone, bisogna affrontare la realtà per quella che è cogliendo le opportunità che essa ci riserva per migliorare la nostra vita. Diciamoci la verità: nessuno di noi rinuncerebbe volentieri ai traduttori automatici o a Shazam in nome di un ideale di stampo luddista.

Il principio che deve guidarci è dunque quello di un progresso che non si può arrestare, ma che si può e si deve regolare adattandolo alle necessità umane, con l’obiettivo ultimo di ridurre le disuguaglianze sociali prodotte da un Capitalismo sempre più elitario.

Un dubbio però rimane. Siete sicuri che questi ultimi paragrafi siano stati veramente scritti da un essere umano e non da un chatbot?

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Foto di Jeremy Bishop su Unsplash

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