Meloni

Meloni e il Sovranismo 2.0

Video multilingue in salsa romana. Strategie e messaggi della leader di FdI in queste prime settimane di campagna elettorale

“La Destra italiana ha consegnato il fascismo alla storia ormai da decenni, condannando senza ambiguità la privazione della democrazia e le infami leggi anti-ebraiche”.

La notizia è che per la prima volta Meloni – in un video realizzato in lingua francese, inglese e spagnola e indirizzato alla stampa internazionale – condanna apertamente il fascismo.

La leader di Fratelli d’Italia ha così ufficialmente inaugurato il Sovranismo 2.0, sulla scia del percorso portato avanti da Le Pen in Francia e dimostrandosi, al momento, più attenta e cauta rispetto al suo collega di coalizione Salvini. In questo contesto si fondono elementi contraddittori come la vicinanza a movimenti e partiti estremisti e illiberali (vedi la partecipazione al comizio di Vox e le simpatie verso Orban), insieme al rispetto dei principi democratici, della libertà e perfino di quell’universo mediatico mainstream da lei tanto criticato.

Prima la sua intervista a Fox News, in cui si presenta con un accento non proprio “British” uscendosene spesso con un “come se dice in inglese…”, ma dimostrando una competenza linguistica di ottimo livello e di certo non paragonabile allo “Shock” di Renzi. Ora il videomessaggio plurilingue in cui Meloni si mostra più sicura e decisa, anche se si nota come spesso legga il gobbo. Ma le imperfezioni (poche tra l’altro), la rendono più vera sia agli occhi dell’èlite mediatica e di potere, a cui è principalmente indirizzato il messaggio, sia ai potenziali elettori che potrebbero premiare proprio il suo stile casereccio e verace.

Come ha evidenziato Luigi di Gregorio, docente di Comunicazione Pubblica, Politica e Sfera Digitale e di Web e Social Media per la Politica presso l’Università della Tuscia, in un’intervista a The Watcher Post, Meloni: “ha già i voti di destra, per cui non ha bisogno di polarizzare ulteriormente e conquistare nuovi elettori a destra. Deve invece parlare all’elettorato moderato italiano e soprattutto agli interlocutori internazionali”.

In queste prime settimane di campagna elettorale Meloni sta infatti portando avanti una strategia ben precisa, volta principalmente a rafforzare la sua credibilità a livello internazionale senza però rinnegare quelli che da sempre sono i suoi punti di forza nella narrativa politica italiana: l’immagine di politico coerente e “vero”, senza filtri. La Giorgia della Garbatella, insomma. Una narrazione in cui sono coinvolti anche i colleghi di partito e persino gli stessi familiari, come testimonia l’intervista rilasciata al Foglio da sua sorella Arianna (la “sorella d’Italia”), che, senza affrontare questioni di rilevanza politica, conferma l’immagine con cui solitamente Meloni è conosciuta nel panorama mediatico e social.

Il suo tour verso il Sovranismo 2.0 ha già toccato diverse tappe, tra cui spicca la nomina a Presidente del gruppo parlamentare European Conservatives and Reformists (ECR) nel settembre 2020. Un ruolo a cui tiene molto e che ha rivestito in diversi incontri a livello internazionale, tra cui la convention dei conservatori americani (il famoso CPAC), svoltasi in Florida lo scorso febbraio. Anche in questa occasione ha ribadito la fedeltà dei conservatori europei all’Atlantismo, riproponendo la figura di “ribelle conservatore”, quasi un ossimoro, il cui nemico è l’ideologia progressista proposta da quella sinistra mainstream più vicina alla Silicon Valley che alle acciaierie di Terni o a Voghera. Sembra passata un’era geologica, ma gli schemi, le parole e i gesti sono gli stessi di oggi.

Meloni sta dunque cercando di sfruttare al massimo il suo “momentum”, ben consapevole che per non diventare una meteora della politica italiana, dovrà essere capace di rinnovarsi continuamente rimanendo però sempre fedele a sé stessa.

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Credits copertina: Vox España, CC0, via Wikimedia Commons

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